Banca centrale della Lituania e criptovalute

La Banca Centrale della Lituania il 10 ottobre 2017 ha pubblicato un documento che illustra nei dettagli la sua posizione rispetto ad ICO e criptovalute.

In particolare in esso si afferma che i Partecipanti ai Mercati Finanziari (PMF) dovranno provvedere a separare le loro attività di servizi finanziari da quelle associate alle valute virtuali.

In un secondo momento , dopo la richiesta di questa “netta divisione” la banca Centrale della Lituania ha dichiarato il suo impegno ad emettere licenze in modo “veloce ed economico”(riferendosi probabilmente alle ICO), e ad accettare domande compilate in inglese con l’obiettivo probabile di diventare “l’hub europeo del fintech”

Cosa ne pensa l’opinione pubblica?

Secondo il The Baltic Times la Banca della Lituania avrebbe preso l’iniziativa di trattare l’argomento criptovalute per aprire un dialogo tra le banche commerciali da una parte, e i regolatori nonché i trader di valute virtuali dall’altra.

Secondo il punto di vista del consiglio di amministrazione del Blockchain Center Vilnius, un grosso problema legato all’industria delle criptovalute in Lituania sarebbe quello di incontrare difficoltà nei rapporti con le banche che:

  • Considerano le criptovalute un’attività ad alto rischio;
  • Richiedono di dimostrare l’origine del denaro e dell’investimento con prove aggiuntive
  • Si rifiutano spesso per questo motivo di aprire conti per le società.

In risposta, la Lithuanian Banks’ Association (LBA) ha ribadito la necessità di tali prove, visto che potenzialmente le criptovalute si prestano ad uso di attività illegali:

Siamo interessati a dialogare con tutti, in modo che ognuno possa comprendere meglio i modelli di business degli altri, ma la protezione dei consumatori, il riciclaggio di denaro e la prevenzione del finanziamento del terrorismo sono una priorità che deve essere garantita. Dall’incontro capiamo che alcuni partecipanti al mercato delle criptovalute non possono dire da dove arrivi il denaro.Questo è un problema serio, del quale non si sono resi conto.”