L’economia a volte può essere piuttosto ostica per chi non operi nel campo finanziario, e quello che accade con il concetto di criptovalute è proprio questo: tutti ne parlano ma pochi sanno che cosa siano e a che cosa possano servire.

Infatti, dopo alcuni provvedimenti che hanno vietato in Cina l’utilizzo della criptovaluta, ed in particolare nell’ambito delle Ico (Initial Coin Offering) tanti si stanno chiedendo se questo sistema di pagamento sia valido e in che cosa consista realmente.

Cosa sono le criptovalute

In primo luogo è fondamentale capire le criptovalute e sapere di che cosa si stia parlando nel caso specifico, ed in particolare quando si inizi a fare riferimento ai “misteriosi” Bitcoin ed Ethereum. Una criptovaluta è, essenzialmente, una moneta o valuta virtuale il cui valore e le cui caratteristiche possono essere definite da un algoritmo di tipo matematico. L’elemento “cripto”, cioè basato su una scrittura non “in chiaro” e sugli elementi della crittografia, consente di utilizzare le criptovalute in modo sicuro per effettuare transazioni e pagamenti.

Tuttavia, in alcuni casi, proprio per la loro variabilità e anche la possibilità di effettuare transazioni “segrete” utilizzando le criptovalute, queste sono state indicate come pericolose  e spesso non sono state accettate, com’è accaduto più volte ai Bitcoin. Allo stesso modo, non essendo monete emesse da una banca, come accade per l’Euro, il valori delle criptovalute possono essere manipolati e possono essere utilizzati per veri e propri giochi di potere, questo anche se c’è chi teorizza la possibilità di inventare un nuovo tipo di moneta, chiamato eEuro, che dia la possibilità alle Amministrazioni Pubbliche di pagare e farsi pagare in modo molto meno costoso.

Il fiorire delle criptovalute

Proprio per queste loro caratteristiche di adattabilità e anche di velocità negli scambi, sono state create moltissime criptovalute, che si sono affiancate ai famosi Bitcoin, ed hanno compreso gli Ethereum, che possono essere addirittura accumulati su MyEtherWallet un apposito portafoglio virtuale, i Namecoin, i PPCoin, i Mastercoin e così via. Questo andando addirittura  a far aumentare vertiginosamente il valore dei Bitcoin che hanno raggiunto, lo scorso 2 settembre, la quotazione di 5.013,91 dollari per singolo bitcoin.

Il divieto di utilizzare le criptovalute in Cina

 Il Governo cinese è stato il primo, pochi giorni fa, a vietare l’utilizzo di criptovalute per le ICO, le Initial Coin Offer, che sono quei sistemi per dare vita, utilizzando le monete virtuali, ad esempio a nuove realtà commerciali come accade per le startup.

Questo perché in molti casi la moneta virtuale è stata utilizzata, proprio perché non sempre correttamente tracciabile e non regolamentata a livello internazionale, per attività illecite, come il riciclaggio di denaro o la compravendita di armi e di altri tipi di merci illegali. Molte nuove aziende, soprattutto le più piccole, sono nate grazie all’utilizzo dei blockchain ICO e all’emissione di token che, collegati ad una criptovaluta, avrebbero poi consentito agli investitori una conversione in vera moneta in un secondo tempo.

A causa di questo provvedimento molte aziende hanno dovuto rifondere i loro investitori e le criptovalute di tutto il mondo, Bitcoin in testa, hanno accusato il colpo perdendo notevolmente di valore.