Oggi parliamo di car sharing, nel bilancio famigliare e non solo quella dell’automobile è una delle voci che maggiormente incide e contribuisce ad erodere il potere d’acquisto delle famiglie italiane.
Ma non sono solo i nuclei famigliari e le singole persone fisiche a vedere nei costi legati al trasporto un vero e proprio fardello; le stesse imprese, negli ultimi anni, stanno cercando di evolversi nella ricerca costante di alternative in grado di sgravarle da tali costi fissi.
Noleggio a lungo o breve termine, alimentazioni ibride, elettriche, a gpl o metano, costi dei carburanti abbattuti, incentivi fiscali e esenzioni dal bollo auto. Tutto, soprattutto in questo ultimo decennio di ristrettezze economiche, può aiutare tanto i normali cittadini quanto le imprese a ridurre i costi legati ai mezzi di trasporto.
Cambiano le abitudini
Quella che, però, negli ultimi anni soprattutto, può essere realmente considerata come una vera e propria rivoluzione nel campo del trasporto è il car sharing.
Dall’inglese, car sharing significa letteralmente “auto condivisa o condivisione dell’automobile” e, anche in Italia, in questi anni sta prendendo piede in modo sistematico al punto tale che, soprattutto nelle grandi città, sta diventando un vero e proprio fenomeno.
Come molte delle altre novità prodotte negli ultimi lustri da questo mondo globalizzato, anche il car sharing non si è però sottratto alla fenomenologia, tutta italiana, secondo la quale certe tendenze vengono viste con una forma malcelata di diffidenza che le porta a metter radici con una lentezza spiccata rispetto alla maggior parte degli altri paesi europei.
Risparmiare con il car sharing
Nonostante questo approccio “provincialistico” che spesso ci contraddistingue, il car sharing si sta lentamente ma inesorabilmente affermando anche nelle nostre città come un fenomeno in grado di sgravare la persone dal peso, economico e non solo, dell’auto di proprietà.
Recenti studi di settore, posti in essere da associazioni di Autonoleggio e Servizi Aumobilistici per quanto riguarda l’anno 2016, hanno evidenziato come quello del car sharing sia un boom in fase di espansione.
Questi studi hanno delineato un profilo dettagliato del fruitore medio del car sharing identificandolo in un uomo maschio di circa 38 anni il quale ci si affida per motivi di lavoro preferendolo tanto all’auto di proprietà classica quanto ai tradizionali mezzi di trasporto pubblici.
Le caratteristiche che vengono principalmente prese in considerazione dai fruitori, oltre ovviamente all’aspetto economico del costo del car sharing stesso, sono le dotazioni di serie delle vetture, la pulizia dell’abitacolo delle stesse, oltre al numero ed ubicazione dei punti di raccolta e restituzione dei veicoli.
La normativa non è certo ancora limpida e dettagliata, ma quello del car sharing non si può più certo considerare soltanto come un fenomeno emergente soprattutto alla luce del fatto che un numero sempre crescente di abituali fruitori del servizio dichiara di aver già rinunciato, o di essere in procinto di farlo, a possedere un’auto di proprietà esclusiva.